martedì 20 settembre 2011

DI-SCOR-SO! DI-SCOR-SO!

E non desta sorpresa che a livello inconscio si dimentichino le chiavi dell'ufficio di MERDA, dove una paio di persone di MERDA, ti trattano come una MERDA, giustificati anche dal colore della tua pelle.

Stavo pensando al mio discorso di ringraziamento.
Riconoscenza e umiltà, aah sì, sì.
Ho già fissato una data. Perchè conoscendo la codardia del soggetto, l'ultima settimana potrebbe anche non esserci, inventarsi qualche scusa, qualche appuntamento del cazzo. Ho deciso che mi godrò la mia ultima settimana. Quindi il discorso verrà affrontato prima. Venerdì, giovedì, quando mi tirerà il culo.

"Grazie", inizierò così, stringendogli la mano.
"Grazie per avermi dato l'opportunità di sperimentare lo sfruttamento, l'umiliazione e l'assenza di rispetto in un posto di lavoro mascherato da non si sa bene cosa. Grazi perché mi hai fatto capire come sia subdola e triste l'ipocrisia di gente come te, mi hai fatto capire come funziona il maschilismo e il razzismo nelle persone codarde e senza scrupoli.
Grazie: io so di essere stata corretta, fin troppo e di essere stata sfruttata. Ma non mi sento una stupida perché ho la coscienza pulita. Mi sento davvero più forte e il fatto che io sia stata sempre trattata come una debole e una stupida conferma quanta pochezza permei questo ambiente. Quanta inutilità e falsità.
Avrà fatto comodo, inizialmente, avere un pò di colore all'interno della società. Sì, lo so, la conosco questa tecnica.
Nel tempo le mie lamentele e le mie rimostranze sono state accolte con sufficienza ed è vero, sicuramente ho sbagliato io, a non credere abbastanza in me stessa.
Grazie, perché adesso so che valgo. So che valgo di più di una povera donna che si trova senza lavoro ma ha la fortuna di avere un fratello che la sostiene anche a discapito di chi ne ha più diritto e soprattutto competenza.
Sono più giovane e sveglia, mio dio lo dico davvero, ma ci vuole poco ad esserlo più di lei, mi spiace! Ognuno ha le sue disgrazie, ma io, sempre che non mi metta sotto un tram, ho ancora molti anni davanti...e un browser so cos'è...e google news pure...e ho una laurea in geografia, ho fatto esami di urbanistica, geografia fisica...ma che lo dico a fare?!".
Mh.
Più o meno ci può stare.
Magari mi verrà in mente qualcos'altro.

giovedì 15 settembre 2011

Non abbiamo nient'altro da farti fare

Farti fart!

A quanti sarà mai capitato di vincere alla lotteria?
Ok, ma avrete pur vinto qualcosa nella vostra vita, no? Ecco.
Il momento esattamente prima della certezza assoluta di aver vinto, quello subito dopo la scoperta. L'incredulità e lo stropicciamento degli occhi. La lettura e rilettura, il controllo e il ricontrollo. La verifica, lo scuotimento di testa il "no, non è possibile...vedi che ho sbagliat...". Il prima dell'esultanza.Quei momenti prima. Minuti, quarti d'ora, un paio di giorni al massimo a seconda di cosa si può aver vinto. Ecco.
Moltiplicatelo per un mese e due giorni di preavviso dal licenziamento.

Non sai ancora se gioire o no. Sei in preda allo sconforto, alla frustrazione e ti senti umiliato/a ogni giorno che passa. Ogni mattina, suona la sveglia e senti il tuo "Ma che cazzo vado a farci lì dentro?" crescere sempre di più nella tua testa fino ad arrivare alla bocca: a breve te lo chiederai ad alta voce, lo urlerai. Alle 7 del mattino.

Ma che cazzo vengo a farci qui dentro? A trovarmi di fronte della gente che non si è ancora capito cosa faccia?
Già, già non sempre i parenti sono serpenti tra di loro eh già...quando si coalizzano avvelenano la loro vittima, tutta presa dal costruirsi un rifugio una tana alla bell e meglio, la avvelenano, gli avvolgono attorno le spire, stringono, stringono. Iniettano, iniettano.

Ho appena scoperto che "iniettanto" si scrive con una "n"!

Comunque, dicevo, t'ammazzano e ti umiliano. Perché il veleno e lo stritolamento ti fanno assumere pose strane, fare smorfie ridicole e versi, perdere il controllo del proprio corpo...
Eeeee da qui le scoregge!




mercoledì 14 settembre 2011

Always have a plan B

BISOGNA SEMPRE AVERE UN PIANO B

Ma anche un piano C e un ulteriore piano di riserva, un numero "n di piani tale da lasciarti giusto qualche mese in preda allo sconforto più totale. Qualche. 3 al massimo.
Già tre mesi sono troppi.
Eeeeh insomma che dire, non ho avuto nemmeno la possibilità di dire l'ultima parola, di essere io a dare il ben servito. Che dire?
Mi hanno licenziata. Ieri la notizia, il 15 ottobre l'ultimo giorno. E come faccio io a preparare la puntata di work it out e dare consigli a chi cerca lavoro?

Qualcuno cerca casa? Qualcuno offre un lavoretto per qualche mese a Bologna, senza impegni?

Momento sbagliato, è questo il punto. Ogni momento è quello sbagliato, ma ovviamente questo lo è di più.
La cosa si paventava già ad aprile e perchè allora non dare la notizia prima dell'estate? Almeno uno si può organizzare, trova un lavoretto, riesce ad affittare la stanza recuperando persino le caparre...
Ah. Poi la scelta ricade casualmente sulla persona che lavora da più tempo, la persona che ha visto nascere l'azienda, crescere e ritorcersi su se stessa. Autoimplosione. Autocombustione. Suicidio.
Il messaggio è chiaro: non valgo molto, "non c'è altro che ti possiamo far fare...". GRAZIE AL CAZZO. Ma proprio grazie, grazie di cuore e di culo e di tutto ciò che comincia con la lettera "c".


Prima esperienza lavorativa fallimentare: FATTA.