BISOGNA SEMPRE AVERE UN PIANO B
Ma anche un piano C e un ulteriore piano di riserva, un numero "n di piani tale da lasciarti giusto qualche mese in preda allo sconforto più totale. Qualche. 3 al massimo.
Già tre mesi sono troppi.
Eeeeh insomma che dire, non ho avuto nemmeno la possibilità di dire l'ultima parola, di essere io a dare il ben servito. Che dire?
Mi hanno licenziata. Ieri la notizia, il 15 ottobre l'ultimo giorno. E come faccio io a preparare la puntata di work it out e dare consigli a chi cerca lavoro?
Qualcuno cerca casa? Qualcuno offre un lavoretto per qualche mese a Bologna, senza impegni?
Momento sbagliato, è questo il punto. Ogni momento è quello sbagliato, ma ovviamente questo lo è di più.
La cosa si paventava già ad aprile e perchè allora non dare la notizia prima dell'estate? Almeno uno si può organizzare, trova un lavoretto, riesce ad affittare la stanza recuperando persino le caparre...
Ah. Poi la scelta ricade casualmente sulla persona che lavora da più tempo, la persona che ha visto nascere l'azienda, crescere e ritorcersi su se stessa. Autoimplosione. Autocombustione. Suicidio.
Il messaggio è chiaro: non valgo molto, "non c'è altro che ti possiamo far fare...". GRAZIE AL CAZZO. Ma proprio grazie, grazie di cuore e di culo e di tutto ciò che comincia con la lettera "c".
Prima esperienza lavorativa fallimentare: FATTA.
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